Si è spento ieri Demetrio Volcic, una personalità del Veneto di confine, che ha mantenuto vivo l’interesse e tessuto relazioni con la Mitteleuropa e Paesi ex sovietici e non solo. Uomo di profonda cultura, capace di relazionarsi come pochi e a qualunque livello, è salutato dalla Presidente di Fondazione Masi, Isabella Bossi Fedrigotti, come “grande, magnifico e generoso di sé”.
È stato insignito del Premio Masi “Civilta Veneta” nel 1992. “Il suo ingresso nella cerchia dei veneti illustri, che si andava costituendo attorno al Premio Masi, è stato convinto, profondo e proattivo, come era suo stile” ricorda Sandro Boscaini Vicepresidente della Fondazione.
Si è sentito coinvolto immediatamente prendendo posizione nella già prestigiosa giuria presieduta dal Prof. Feliciano Benvenuti, apportando idee innovative, maturate qualche anno dopo quando è diventato Presidente del Premio Masi. Due mosse già da tempo pensate diventano realtà: l’istituzione della Fondazione Masi da una parte, e sul piano dei contenuti, l’apertura a un Veneto più ampio che guardasse all’Est verso terre tradizionalmente legate alla Repubblica Serenissima come il Collio Sloveno, l’Istria e la Dalmazia. E ancora, guardando a quei popoli che, culturalmente vicini al nord est italiano, isolati dalla cortina di ferro. Nasce così, per suo volere, un significativo riconoscimento: il “Grosso D’Oro Veneziano”, da attribuire a personalità illustri che a livello internazionale interpretassero gli stessi valori culturali che avevano presieduto alla consegna dei premi Masi Civiltà Veneta. In Valpolicella vengono riconosciute personalità come Milan Kuchan, primo presidente della Repubblica Slovena, Vartan Oskanian, primo ministro degli esteri che ha favorito l’indipendenza della Repubblica di Armenia, Hans Dietrich Genscher, massimo fautore della riunificazione delle due Germanie e uomini e donne di profonda cultura come Peter Esterhazy, Marjane Satrapi, Agnes Heller e Svetlana Alexievich, in seguito Premio Nobel. Nel breve, impari conflitto tra Georgia e Russia, che ha messo in ginocchio l’economia viticola georgiana, Volcic ha dato evidenza alla problematicità ha premiato in Valpolicella il Metropolita Sergi di Nekresi, promotore della modernizzazione vitivinicola del Paese finalizzata all’uscita dalla dipendenza commerciale sovietica.